La Cattedrale di Otranto

     
          

Entrando si nota il soffitto a cassettoni commissionato dall’arcivescovo Francesco Maria de Aste, che impedisce di vedere lo slancio della navata centrale, originariamente coperta da capriate in legno affrescate con immagini di angeli.


Pulpito settecentesco in legno fatto realizzare dall’arcivescovo Michele Orsi

Il tempio é lungo 54 metri e largo 25, a croce latina, a tre navate, di cui quella centrale presenta quattordici colonne di granito levigato. Sull'arco maggiore vi è un'iscrizione che ricorda il nome dell'arcivescovo teatino Francesco Maia de Aste. Sulla destra troviamo il sepolcro del vescovo Serafino da Squillace, opera di Niccolò Ferrando e gli altari del Cristo risorto (1662) e della Vergine in Gloria e due Santi (1628).

Sepolcro del vescovo Serafino da SquillaceSepolcro del vescovo Serafino da Squillace

Nella navata laterale sinistra l’affresco raffigurante la Pentecoste (XV secolo) il fonte Battesimale, di stile barocco, in marmo intarsiato, fatto costruire dall’arcivescovo Michele Orsi. Nei pressi si trova il mausoleo di Francesco Maria de Aste, fatto erigere dall’Arcidiacono Pietro Faccolli nel 1720, poco oltre, l’altare con la tela della Visitazione (XVI secolo). Nei pressi del transetto vi é il pulpito settecentesco in legno fatto eseguire dall’arcivescovo Michele Orsi. Sulla navata laterale destra, nei pressi della scalinata che porta alla cripta, quattro colonne di splendida fattura, eseguite da Gabriele Riccardi, provenienti dall’antico altare della cappella dei Martiri, innalzato nel 1524, il cui ciborio era sorretto da esse. Nel 1771, Francesco Maria de Aste rinnovò la cappella dei Martiri, dandole la forma di un ottagono sormontato da una cupola, eliminando l’antico altare. Così le ossa furono portate nelle gigantesche sette bacheche di vetro. Così le ossa furono portate nelle gigantesche sette bacheche di vetro. Il portale decorato, sia davanti alla cappella dei Martiri, sia davanti alla cappella del Sacramento (nella navata laterale sinistra) furono eseguiti sotto l’arcivescovo Orsi (1722-1752). Nella prima teca a destra sono custoditi i resti integri dei Martiri.



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